UNA CICLOPEDONALE TRA NATURA E CULTURA
La bicicletta è il mezzo di trasporto ‘green’ per antonomasia e porta benefici al corpo, oltre che all’ambiente. Riduce lo stress, allena il cuore, aiuta a perdere peso e a tonificare i muscoli.
Per un buon stato di salute, infatti, occorre fare attività fisica, utile sia al corpo che alla mente.
Non è importante andare veloci, ma rilassarsi durante il percorso, respirando aria pulita e ammirando il paesaggio. Inoltre, se lo si fa in compagnia, si ha la possibilità di migliorare la socialità e condividere pensieri ed emozioni.
Lo sapevi che la campagna trevigiana e padovana è attraversata da un percorso ciclopedonale nato dove una volta scorreva una linea ferroviaria?
Si tratta della poco conosciuta “Treviso Ostiglia” lunga 118km, che attraversa campi e paesi dal fiume Sile al Po, fino a raggiungere Ostiglia, in provincia di Mantova. Lungo la ciclabile si avrà l’occasione di scoprire le varie sfaccettature della zona: la natura, la terra agricola, i ricordi della guerra e le usanze degli uomini di un tempo.
Oltre alla natura incontaminata, lungo il tragitto si possono incontrare gli abitanti che si prendono cura dei loro orti e con cui fare due parole, e perché no?! Magari imparare qualche parola di dialetto locale.
L’itinerario che corre su strade sterrate, ghiaiose e asfaltate è adatto a qualsiasi età, grazie ai suoi lunghi tratti in rettilineo e al suo essere pianeggiante e alberato. Il percorso è attualmente completato per circa 56 km, rispetto ai 118 km totali. Il completamento della ciclabile è previsto entro il 2022.
Vicino ai molti corsi d’acqua e nelle zone paludose del percorso si apre una vegetazione composta principalmente da acacie, rovi, sambuchi, pioppi e piante palustri.
Oltre a rilassarsi, è possibile scoprire la storia della pista ciclo-pedonale, che percorre lo stesso tragitto di quella che una volta era la linea ferroviaria che collegava Treviso ad Ostiglia.
La ferrovia fu creata tra il XIX e il XX secolo, per consentire il trasporto di merci e materiali bellici e lo spostamento delle truppe in caso di guerra.
Dopo l’idea di raddoppiare la tratta ferroviaria Padova-Bologna, il progetto venne bloccato nel 1915 a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La realizzazione iniziò negli anni Venti e terminò nel 1941, durante il secondo conflitto. La linea venne inoltre utilizzata oltre che per il trasporto di armi e truppe, per lo spostamento degli operai alle fabbriche ed in fine per la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento in Germania.
Nel 1944 l’intera linea venne bombardata dall’aviazione alleata e nel 1997 venne dismessa.
Solamente intorno agli anni duemila venne convertita in una pista ciclopedonale che oggi attraversa il Veneto.
L’ex ferrovia Ostiglia è un ottimo esempio di come sia possibile sfruttare al meglio le risorse e valorizzare il territorio. Si tratta infatti di un percorso frequentato dagli abitanti locali che lo usano per spostarsi, allenarsi e fare una passeggiata. Durante il tragitto sono piacevolmente ancora visibili alcuni caselli e le vecchie stazioni ferroviarie.
In una giornata d’estate, siamo partite da Santa Cristina per percorrerla in bicicletta ed arrivare alla splendida Treviso. Prima di intraprendere questo itinerario, è possibile fare una deviazione alla splendida Oasi di Cervara, nel Parco Naturale Regionale del fiume Sile. Qui si potranno osservare le tipiche risorgive ed esemplari di cigni reali e martin pescatori.
Si distingue anche per l’interesse culturale, oltre a quello naturalistico: infatti al suo interno sorgono il mulino di Cervara e ricostruzioni storiche come il casone e una peschiera.
Siamo poi arrivate alla nostra meta, la meravigliosa ed elegante Treviso, città fondata dai Galli. Visse il suo periodo di splendore tra il XIV-XVI secolo, durante il quale era uno dei principali centri della Serenissima Repubblica di Venezia. La storica e centrale Piazza dei Signori rappresenta il luogo più importante della città. Qui troviamo il Palazzo del Podestà con la sua Torre Civica e il Palazzo del Trecento, chiamato anche ‘Palazzo della Ragione’ perché costituiva la sede della suprema corte d’assise civica.
Il palazzo è caratterizzato da un’originale fontana, realizzata intorno alla metà del Cinquecento. La sua peculiarità è una statua, i cui seni versavano vino bianco e rosso per tre giorni tutte le volte che si insediava un Podestà!
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