LA RINASCITA DALLA TEMPESTA
Era fine ottobre: previsione di un’ allerta meteo per la montagna e di alta marea per Venezia.
Io mi trovavo in casa, vivo in pianura tra la provincia di Treviso e Venezia: gli scrosci di pioggia e il vento non esitavano a calmarsi ma nessuno pensava a quanto si sarebbe abbattuto da lì a poco.
Arrivavano via via messaggi: scuole chiuse e spostamenti solo se necessari. Non era mai accaduto prima. Il vento si faceva sempre più forte, circolano voci che in montagna si stava abbattendo una tempesta e l’ acqua stava invadendo Venezia.
Solo il mattino dopo, con la luce, si comprese quale tragedia avesse colpito l’ Italia nord orientale interessando il Trentino, il Veneto e il Friuli, dalla montagna al mare che fino alla notte si poteva solo immaginare.
Lo scirocco aveva toccato punte tra i 150 e i 217 km/h, si parla di tempesta, ma ciò che si era scatenata era purtroppo la forza di un uragano.
Vaia portò via con sè 42 milioni di alberi su una superficie di 41 mila ettari causando un gravissimo dissesto idrogeologico.
I tronchi erano completamente sradicati e squarciati.
Linee telefoniche interrotte, mobilità bloccata, assenza di elettricità.
Solo l’ estate successiva, quando trascorsi le vacanze in quelle montagne, mi resi conto dell’ immensa tragedia: vedere decine e decine di metri di alberi abbattuti era così impressionante, un cimitero di tronchi.
I versanti delle montagne non erano più verdi né tondeggianti grazie alle chiome degli alberi.
Questi sono solo i primi gravi segnali dei forti cambiamenti climatici a cui purtroppo ci dovremo abituare se tutti noi, nel nostro piccolo non impariamo ad agire diversamente, nel rispetto dell’ ambiente e della natura seguendo comportamenti sostenibili.
Un giorno al telegiornale assisto ad un servizio su una start-up Veneta: recuperano il legno degli alberi caduti durante la tempesta per realizzare un amplificatore naturale del suono.
I miei occhi si illuminano, mi informo.
Dei ragazzi giovanissimi hanno avuto un’intuizione geniale: si occupano del recupero del legno sostenendo al tempo stesso gli artigiani locali e favorendo la rinascita della foresta.
Decido di voler partecipare attivamente a questo progetto, ci credo e lo condivido!
Li contatto, ci conosciamo e… i Vaia Cube arrivano in pianura.
Sono una Vaier anch’io: posso raccontarli e contribuire nel mio piccolo a sostenere il pianeta.
E poi… il Vaia Cube è bellissimo e un simbolo di rinascita.
Un oggetto di legno di design, semplice ma ricercato, eterno perché durevole ma al tempo stesso capace di ritornare in natura a impatto zero.
Una cassa “passiva” che produce un suono caldo e avvolgente grazie al legno di abete rosso con il quale è realizzato.
Vi aspetto, venite a provarlo e contribuite insieme a me a ripopolare la foresta perché acquistandolo non comprate un solo oggetto ma anche un pezzo di una nuova foresta.
Gandhi diceva “Il futuro dipende da ciò che si fa oggi”
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